Senza ombra di dubbio, quello di Tom Ponzi è ancora oggi il nome più noto associato al concetto di investigazioni in Italia. In effetti Ponzi – nato a Pola nel 1921 e morto a Busto Arsizio, nel Varesotto, nel 1997 – è stato uno dei più celebri criminologi e detective del nostro Paese, vera e propria pietra miliare della cultura del secondo dopoguerra italiano. Ma non solo: la fama di Tom Ponzi superò anche i confini nazionali grazie alle sue collaborazioni con figure di spicco quali l’Aga Khan, la famiglia Agnelli, Enzo Ferrari e Nelson Rockfeller.
Tom Ponzi, con il suo fisico imponente e lo sguardo inquisitorio, non soltanto praticò con successo il lavoro di investigatore privato, ma accompagnò l’Italia intera in un periodo di estrema metamorfosi, raccontandone tra gli anni Cinquanta e i Settanta i cambiamenti sociali profondi, tanto a livello pubblico quanto a livello privato. L’Italia dell’epoca era, in effetti, il più interessante soggetto da indagare a fondo, per Ponzi, e si sarebbe trasformata in breve tempo in una delle potenze industriali più influenti del pianeta.
A Tom Ponzi si deve lo sdoganamento delle investigazioni private in Italia che, per la prima volta, divennero oggetto di interesse per il pubblico. In effetti, l’investigatore fu il primo a trasformare il suo lavoro in una professione di altissimo livello, che toccava situazioni circoscritte e private come la fedeltà matrimoniale ma anche indagini industriali, patrimoniali e finanziarie estremamente complesse.
Nel corso di un’intervista con il noto giornalista Enzo Biagi, Tom Ponzi dichiarò di essere stato avviato all’attività di investigatore privato da Elio Luxardo, celebre fotografo, nel momento in cui questi gli prestò la sua macchina fotografica. La sua carriera come detective iniziò con la collaborazione con FIAT, che gli affidò l’arduo compito di controllare la solvibilità dei clienti che acquistavano le prime automobili prodotte su scala industriale.
Naturalmente, le investigazioni private di Tom Ponzi non si limitavano alle collaborazioni con grandi brand industriali, ma comprendevano anche tante indagini matrimoniali, per clienti sconosciuti ma anche assai noti. Un esempio lampante è rappresentato dall’Aga Khan III, che chiese a Ponzi di investigare sulla fedeltà della sua quarta moglie, della quale dubitava fortemente. Il detective, dopo una lunga e complessa indagine condotta a Nizza, smentì invece senza possibilità di errore le impressioni dell’Imam.
Inutile precisare che un carnet di clienti che include Fiat e Mahommed Shah non possa che diventare di dominio pubblico: la popolarità di Tom Ponzi crebbe infatti esponenzialmente dopo queste due indagini e il jet set internazionale si interessò improvvisamente alle incredibili abilità investigative del detective italiano. Era il 1949, e la Star assoldò Ponzi per scoprire chi contraffaceva i suoi celebri dadi: anche in questo caso, l’indagine venne risolta con successo.
Tom Ponzi consolidò la sua reputazione di investigatore capace e caparbio in tutti gli ambienti, dimostrando di essere un vero asso nello scoprire tanto i responsabili di contraffazioni industriali (celebre fu quella del profumo Chanel n.5) quanto i banali truffatori, tanto i coniugi infedeli quanto i clienti insolventi: un talento a tutto tondo che rappresentò, di fatto, la base sulla quale l’attività di investigazione privata si sarebbe sviluppata e modernizzata nel corso dei decenni seguenti, con il coinvolgimento dell’intera famiglia Ponzi.
Tom Ponzi era in definitiva il miglior investigatore privato e criminologo che l’Italia avesse mai avuto ma, al contempo, si era trasformato inevitabilmente anche in un personaggio pubblico di enorme spessore. Nonostante lo scandalo giudiziario che lo vide protagonista negli Anni Settanta (Ponzi fu accusato di aver pianificato in modo non autorizzato una serie di intercettazioni ai danni della Montedison e di alcuni esponenti politici), la successiva latitanza a Nizza e, infine, l’assoluzione piena al ritorno in Italia, Tom Ponzi rimane senza dubbio l’uomo che ha rivoluzionato il sistema investigativo moderno nel nostro Paese.
Detective e criminologo, certo, ma anche scrittore, personaggio pubblico, editore, sportivo e persino attore, Tom Ponzi era e rimane, ancora oggi, il Nero Wolfe italiano per antonomasia.